Ho preso la decisione di prendere una piccola pausa dal blog una sera piovosa della settimana scorsa, mentre con una mano tenevo il tablet e con l’altra aiutavo lo gnomo a fare un puzzle (sono l’unica madre indegna che ogni tanto lo fa? ultimamente, parecchio più di ogni tanto)
Io non sono mai stata una persona competitiva.
Quando intravedevo una gara mi preparavo, allacciavo le scarpette, mi armavo di tutte le buone intenzioni. Ma poi, lentamente, sommessamente, mi defilavo.
Niente di eclatante: prendevo solo la prima traversina isolata che incrociavo lungo la via.
Non era neanche la paura di non farcela a bloccarmi. Era piuttosto il senso di panico e stordimento che mi creava la calca. Tutti là, a sgomitare, a guardarsi, a studiarsi.
Una volta in uno dei suoi racconti Milan Kundera narrò di come un tizio avesse preferito morire, durante il naufragio di una nave, piuttosto che combattere con la bolgia per avere una scialuppa di salvataggio. Nessuno dei passeggeri era cattivo, ognuno cercava solo di salvarsi, in quel modo naturalmente selvaggio che tiriamo fuori quando combattiamo per qualcosa.
Ma il suo ribrezzo fu più forte della paura di morire. Touché.
Ovviamente ho molta voglia di scrivere. E lo faccio.
Che senza scrivere sarei morta cento, mille, duemila volte.
Lo faccio per me, come facevo una volta e come è giusto che sia perché di fatto, alla gente, non sempre frega quello che ho da dire.
Però siamo là. Che cerchiamo di farci vedere e guardiamo le statistiche e studiamo il web, ci chiediamo perché una cosa abbia preso 100 like e una 10.
“Ma a me, piace?“. Questo non ce lo chiediamo mai. O comunque, non ci basta.
in ogni caso, vi leggo. meno, ma vi leggo. Perché mi cadessero queste piccole mani mentre digito sul mio vecchio pc se sto mentendo, ma MAI, MAI e POI MAI ho fatto un solo commento, messo un solo like, se non per il puro gusto di metterlo.
Nessun calcolo, nessuna strategia, che non sono così intelligente da farne.
Al contrario, a volte le vostre parole erano così belle e poetiche che mi sembrava superfluo aggiungere dove non c’era niente da aggiungere.
E mi sono fatta da parte, di nuovo, che il silenzio lo sottovalutiamo sempre troppo.
È il marketing, bella.
Se non vendi oggi, non sei nessuno.
E basta, dai, basta con questa educazione catto- comunista che ti è stata impartita,
il: “figlia mia, mica possono essere tutti dirigenti, il mondo ha bisogno di operai“.
Lo capisci che il mondo OGGI è di chi ha un’idea vincente, di chi si espone, di chi si fa comprare, di chi STA AVANTI MENTRE QUALCUNO LO SEGUE.
Va bene. Tieni ragione. Basta prendere traversine e scappare dalla bolgia.
Mi è venuta solo voglia di fare una pausa, ok? Resto su Instagram e su FB.
MI prendo l’enorme (breve?) soddisfazione di fare qualcosa solo, semplicemente, unicamente, perché MI VA’.
senza ritorno. senza obiettivo.
è così bello, non avere un obiettivo, sai?
La mia risposta è nel controviaggio della maternità. In questi giorni, se sfogli i miei diari, leggi una parola che continua, come un mantra: “Lascia”. Ma quel controviaggio mi fa paura. E la paura non mi permette di scrivere senza obiettivi. Lo faccio anche, molta della mia scrittura è qui, in centoquindici quaderni e centinaia di files word. Ma avevo deciso di investire, provare. Ed è lì, che si apre la gola delle battaglie. Ed è da lì, che vorrei tornar fuori. Invece mi trovo che pure a buttar giù due righe per me sembro analfabeta. Perché non so dove stare, tra passione e investimento.
Ti capisco benissimo. Se la passione diventa lavoro si deve piegare a certe dinamiche. Per forza. E forza, bisogna avere.io spero di non essere fraintesa da nessuno, io non faccio un vanto del mio limite, è un limite. Lo racconto perché altro non so fare. E se qualcuno riesce dove io mi incricco, bèh ha tutta la mia stima. Se poi riesce, e lo fa con contenuti profondi e unici, allora altro che stima,per me è un/a grande. Io penso che tu sia molto più avanti di quanto tu stessa creda, nell’unire le due cose 😘
O forse sono abile nel nasconderle. Ho conflitti nucleari, dentro. Non è solo questione di scendere a compromessi (il che, l’hai capito, per me è già difficile), è che la strada è molto più impervia di quanto credessi. E alla fine c’è più fatica che piacere. Anzi una mattina pensi che di piacere non ne è rimasto. La mattina dopo pure. E così quella seguente. E allora perché insistere? La fregatura mega di investire in una passione è che quando ci scleri dentro non hai più il rifugio della tua passione: è lei, il pomo della discordia. E non sai nemmeno più se l’ami. (Perdona il mio imprinting alquanto negativo ma tu hai un tempismo che ancora non mi spiego, nel venir fuori con cose che pizzicano proprio dove già mi grattavo da me.)
E se non hai il rifugio della passione, che solitudine ti rimane. Ti capisco benissimo. Perché per certe dinamiche secondo me o sei portato… o non lo sei. bisogna essere saldi, buttarsi ma non farsi mai buttare giù, dire spesso chi se ne frega, smetterla di metterci l’anima perché l’anima non serve, la gente non la vuole e infondo non lo fai per loro, ma per ricordare alla te stessa piccola, insicura e fragile che ce la puoi fare. Perché le persone grandi, sicure e forti non mettono l’anima. Mettono impegno, caparbietà, costanza. Ma l’anima se la tengono stretta. Noi invece la diamo via così, per avere approvazione e ricordarci quanto valiamo. Ma è un meccanismo perverso. PS: si che l’ami.
siamo profondamente diverse io e te, perchè io basta che ci sia una gara e mi butto; ma non è per vincerla, che se a volte accade è un miracolo; è per come mi fa sentire confrontarmi con gli altri
detto ciò a me dispiace
capisco il tuo discorso, e lo rispetto
se ciò che fai diventa un’ansia non ha più senso
il tuo è uno dei blog che seguo volentieri perchè è sincero ed è curato
spesso trovi blog sinceri ma banali, privi di contenuti
altre volte leggi cose molto curate ma anche artefatte
io non lo so, sempre per carattere se decido di mollare qualcosa non mi sento di dover giustificare a nessuno le mie scelte, e non so se questa è una richiesta di conforto
non voglio insistere, ma nel caso lo fosse… io ti seguo sempre volentieri
ciao!
Ehi ho detto pausa non addio 😂😂.mi serve solo staccare, darmi una calmata, per così dire. Ho voluto raccontare di questo. Per il resto vale quello che ho risposto a Maddalena,il mio è un limite e non ne faccio vanto. Le ultime frasi di questo post non erano ironiche, è pura verità.che bisogna svegliarsi e prenderla, quella scialuppa. So che tu lo sai fare, per me sei una fonte di ammirazione,perché lo fai con grazia e senza mai pestare i piedi. Continuo a leggerti, puoi contarci 😉
Ogni tanto mi fermo anche io ad interrogarmi sul perché i like cadano in certi giardini e non in altri. Poi mi rispondo ‘machissene…’?
Che io abbia 1 like, 10 o 100… non mi cambia nulla! Mi spiego meglio: se ne ho 1 vorrei averne 10, ma se ne ho 10 ne vorrei 100. E se ne avessi 100? Non sarei nè meglio nè peggio!
A me fa piacere trovare qualcuno con cui scambiare le opinioni, è comunque una forma di amicizia. E chi trova un amico (virtuale) trova un tesoro. Virtuale? Sempre un tesoro!
Commento perso o solo in attesa di approvazione?
ahaha, ma secondo te ho la moderazione? mi tengo anche lo spam che fa numero! 🙂 scherzi a parte, tu hai l’atteggiamento giusto. è solo per i contatti stupendi che ho instaurato che non chiudo del tutto. non sono neanche i follower a spaventarmi, ma sono le strategie, le marchette del mondo digitale (ho visto cose che voi umani…) che mi mettono l’ansia, che sento che non mi appartengono. La grandezza è riuscire a starne fuori, creandosi un bel giro, che vada però oltre la blogosfera, perché così mi pare “troppo semplice”.
Ecco forse io umana quelle cose non le ho viste e per questo non mi spavento… sono piuttosto semplice e dotata di spesso paraocchi…
Io mi ripeto che con il blog faccio “esercizi di scrittura”, è vero potrei farlo anche su un quaderno a righe, ma il blog serve a darmi disciplina anche se a volte sono combattuta perchè da un lato mi piace essere letta e dall’atro, talvolta, mi imbarazza parecchio. Dal punto di vista della competizione non l’ho mai pensato anche perchè i fattori che determinano il fatto che un blog venga letto più di un altro sono talmente tanti che personalmente faccio fatica a starci dietro. Comunque un po’ mi mancherai, trovavo delle affinità. A presto
Uh quanto è vero, quanto imbarazzo certe volte. è togliersi un velo… Poi là mi rincuoravo: tanto chi legge 😂. È proprio non capire questi fattori che mi crea ansia. Lo so, sono da ricovero. A presto!
Spero che tu ricominci presto a scrivere qui su WordPress: il tuo talento come blogger non deve andare sprecato.
Va bene, siccome hai più di 3.000 follower mi prendo il complimento 😂😂. Ma mi pare esagerato,lo sai. A presto.
Scusate, arrivo tardi. Non voglio entrare nella dinamica scrivo il blog per me stessa/per farci soldi/ per x numero di motivi…
Voglio solo dire che ti leggo da poco ma mi piaci già tanto, come mi piacciono molto le altre che ti hanno commentato.
Spero che tornerai presto a scrivere, qualunque sia la motivazione che ti spinge a farlo.
Intanto leggerò tutti i vecchi post…
il tuo è uno degli ultimi blog che ho scovato… continuerò a leggerti senz’altro. sto cercando di pensare a come “reinventarmi”, come riuscire a vivere facendo quello che più mi piace rimanendo fedele a me stessa. ci penso, ci penso… a qualcosa arriverò no? a presto 🙂
le pause vanno prese: per ricaricare le batterie, per rimettere aria nella profondità dei polmoni, per guardare il panorama, per massaggiarsi un polpaccio, per stropicciarsi gli occhi o per schiacciare un pisolino. Ne approfitterò per mettermi al passo coi vecchi post, come ha scritto Priscilla, e ti seguo su fb perché sento con te una certa affinità che non voglio trascurare. Non ho mai pensato tu fossi a caccia di like, per questo mi piace il tuo blog: per la spontaneità che dona un tocco di freschezza e schiettezza, oggi così difficili da trovare. A presto. Riposati a dovere (tanto lo so che devi solo fare il cambio di stagione…)
Che bello, hai capito al 100% intenzioni e sensazioni. Grazie. A presto
Ma sono l’unica a non aver capito? Dove sarebbe la competizione e il marketing, mica qualcuno ci sta pagando un tanto a like, o a voi sì? Io sono dieci anni che ho il blog, e ci sto come un topo nel formaggio. Mai contato i like, vorrei ricordarmi di guardare le statistiche, solo per curiosità, ma generalmente me ne dimentico. Mi piace scrivere, amo l vostri interventi che mi aprono la mente e mi fanno crescere, e se in questi anni ho confortato, senza saperlo, qualcuno, bene così!
Ciao, quello che dici è vero se la visione del blog rimane solo su WordPress. Poi non so se hai provato ad “alzare il livello”, a cercare di farti un brand e passare, ad esempio, ad una pagina Facebook. Ce l’hai? Beh io ve lo dico papale papale. Ho visto gente che non mi metteva il like se io a sua volta non glielo davo… Che non rispondeva ai miei commenti perché non avevo un blog “importante”, ho letto post molto belli e interessanti e poi alla fine dell’articolo… Ti suggerivano prodotti per gli acquisti. È questo dare per avere, scrivere per mettersi in mostra e cacciare like a discapito dei contenuti che mi ha fatto pensare. Però si, WordPress.com a confronto è un’isola felice, teniamocela.