Questo alberello qui ha più di vent’anni. Mio padre lo comprò per 5 mila lire in un mercatino in centro (allora non esistevano i negozi dei cinesi) ed è sempre stato presente in bella mostra a tutti i nostri natali.
L’ho sempre odiato.
Non so perché, tecnicamente è anche ben fatto visto che funziona ancora benissimo ed ha un vasto repertorio di canzoncine natalizie che spazia da jingle bells a feliz navidad a scende giù dal ciel. Ogni volta che mio padre stava per accenderlo partiva il coro mio e di mia sorella : Noooo ancora quel coso??
E spegnerlo poi non era mica tanto facile, non abbiamo mai capito bene come si facesse e iniziavamo a premere tasti a caso.
Lui imperterrito suonava ancora più forte prima che soccombesse spesso allo staccare della corrente.
Ieri pomeriggio facevo come al solito 20 cose insieme, e gira la pasta e canta nella vecchia fattoria e piega la roba asciutta e spunta ogni tanto a far cucù settete.
Poi, ad un certo punto,l’ho visto.
Spento e triste dietro la credenza.
Non ci ho pensato due volte, ho preso lo gnomo in braccio e l’ho acceso.
Ed è stato là che mi sono quasi commossa.
JP era rapito. Rideva, mi guardava, rideva ancora.
Nei suoi occhi il riflesso di quelle lucine… gioia, stupore, scoperta, suoni dolci… tutti insieme.
Forse questo alberello ha vissuto tanti anni per potermi dare poi questo momento, chissà. Deve avere comunque un karma grosso così.